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venerdì 22 aprile 2011

A rischio anche il referendum sull'acqua

Dopo il boicottaggio da parte del governo alla libera scelta del cittadino rispetto al nucleare, ora nel mirino anche il referendum sull'acqua. 
“Su questo tema, di grande rilevanza, sarebbe meglio fare un approfondimento legislativo” afferma il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, l'obiettivo pare sempre di più quello di evitare che gli italiani si esprimano circa il futuro energetico e le risorse idriche, ci riusciranno? 
Speriamo di no, nel frattempo il gasaffori vuole ricordare a tutti i lettori che è un dovere, oltre che un diritto, esprimere la propria opinione tramite il voto, ed invita quindi tutti ad andare a votare a tutte le elezioni che ci aspettano nei mesi di maggio e giugno. 
Quando si  andrà a votare per il referendum, verrà consegnarata una scheda in cui saranno presenti alcuni quesiti. Ad ognuno si dovrà apporre una crocetta al SI' o al NO. E' importante ricordare che in Italia veniamo chiamati ad esprimerci attraverso referendum abrogativi, si deve quindi decidere se abrogare una normativa o una parte di essa e che se non viene raggiunto il quorum del 50% + 1 degli aventi diritto al voto, i referendum abrogativo non saranno validi.

Sembra un controsenso, ma per dire che non vogliamo la privatizzazione dell'acqua dovremo votare si, quindi VOTA SI PER DIRE NO e viceversa.
Il primo quesito riguarda il “legittimo impedimento”, cioè l’istituto giuridico che permette all’imputato in un processo di giustificare, in alcuni casi, la propria assenza in aula. A presentare il referendum è stato il partito dell’Italia dei Valori. Il quesito su cui saremo chiamati ad esprimerci è il seguente:

  • “Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?”.
Il secondo quesito, particolarmente lungo e articolato, era presentato sempre dall’Italia dei Valori, e  puntava ad abrogare la norma per la realizzazione sul territorio nazionale di impianti di produzione nucleare. Era il cosiddetto ‘referendum sul nucleare’,


Gli ultimi due quesiti si occupano della privatizzazione dell’acqua: uno in particolare riguarda le modalità di affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Il testo del quesito è il seguente:
  • “Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?”.
Il quarto e ultimo quesito riguarda sempre la privatizzazione dell’acqua e in particolare la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene chiesta una parziale abrogazione della norma:
  • “Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?”.

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