Una donna apre un rubinetto, nella cucina della propria casa, riempie un bicchiere d'acqua e lo beve. È uno dei gesti più naturali del mondo, ma assume un significato particolare se a compierlo è Luciana Littizzetto, e milioni di italiani potranno vederlo in televisione. Lo spot, in onda dal dieci ottobre, invita tutti a bere l'acqua di rubinetto, a “imbroccarla”. Non è una “pubblicità progresso”, e non ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell'ambiente né del Ministero della Salute: è l'ultima campagna commerciale lanciata da Coop, e si chiama “Acqua di casa mia”.
È stata presentata a Milano il 7 ottobre, nel corso di una affollatissima conferenza stampa. Il giorno dopo la “notizia” ha trovato spazio sulle colonne dei principali quotidiani -la Repubblica, la Stampa, Il Sole-24 Ore-, dove si è aperto un dibattito, anche a colpi di pagine pubblicitarie, con Mineracqua, la potente associazione di categoria dell'industria delle acque minerali. “Hai mai pensato a quanta strada deve fare l'acqua prima di arrivare nel tuo bicchiere?” chiede Coop a tutta pagina; “Acqua minerale. Molto più che potabile” risponde Mineracqua, secondo cui “l'acqua del rubinetto è solo bevibile” (corsivo nostro).
È partita una “disfida” che porterà acqua al mulino di “Imbrocchiamola!”, vai a vanti a leggere
sabato 16 ottobre 2010
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